La scelta della piattaforma eCommerce non è un’attività tecnica da delegare all’IT o a un’agenzia: è una decisione di business, che impatta direttamente su crescita, efficienza operativa e capacità di adattamento al mercato. Una buona piattaforma abilita la scalabilità, una sbagliata rischia di inceppare tutto dopo pochi mesi.
Ecco cosa vale davvero la pena valutare — al netto del marketing delle software house — e quali opzioni hanno senso nel 2025.
Analizza lo scenario, non solo le funzionalità
Ogni piattaforma ha vantaggi e limiti. Il punto non è confrontare feature, ma capire cosa serve davvero al tuo modello operativo. Alcune domande chiave da cui partire:
-
Il progetto è locale o multicountry? Gestisce più brand o più cataloghi?
-
Il catalogo è semplice o articolato (varianti, bundle, logiche B2B)?
-
Sono già presenti ERP, CRM, BI, PIM o WMS da integrare?
-
Il team è strutturato internamente o il progetto sarà esternalizzato?
-
Serve rapidità di rilascio o massima personalizzazione?
Panoramica delle piattaforme più usate nel 2025
Un confronto sintetico, orientato all’uso reale, non alle brochure.
Piattaforma | Target tipico | Punti di forza | Limiti |
---|---|---|---|
Shopify (Plus) | D2C e brand in espansione internazionale | UX fluida, time-to-market rapido, app ecosystem, strumenti per vendite cross-border (Markets Pro) | Struttura semi-chiusa, limiti su logiche custom (salvo Plus), costi crescenti su volumi |
WooCommerce | Brand piccoli o medi con team WordPress | Controllo completo, SEO nativa, flessibilità open source | Richiede manutenzione e gestione tecnica costante |
BigCommerce | Progetti B2C/B2B in espansione, omnicanale | API robuste, gestione listini B2B, supporto nativo per SKU articolati | UX meno rifinita rispetto a Shopify |
Adobe Commerce (Magento 2) | Cataloghi complessi, strutture multi-country | Modularità, personalizzazione avanzata, community solida | Costi di sviluppo e manutenzione elevati, richiede partner tecnico esperto |
Salesforce Commerce Cloud | Brand strutturati con stack CRM già attivo | Integrazione nativa con Sales/Service Cloud, architettura omnicanale, funzioni AI-driven | Prezzo alto, learning curve importante, rischio lock-in, richiede partner tecnico esperto |
Cosa valutare davvero prima di decidere
La demo non basta: i nodi vengono al pettine quando si entra in produzione. Alcuni aspetti da non sottovalutare:
-
Integrazione dei dati: quanto è fluido l’allineamento con ERP, CRM, strumenti di loyalty, BI, sistemi di fulfillment?
-
Multilingua e multivaluta: la gestione è realmente nativa o basata su workaround?
-
Controllo su UX e performance: puoi intervenire su struttura SEO, velocità di caricamento e ottimizzazione mobile?
-
Governance: chi può fare cosa? Serve uno sviluppatore per ogni modifica o il team può lavorare in autonomia?
-
Evolutività: puoi adottare approcci headless, PWA o composable senza dover ripartire da zero?
Spunti dall’esperienza
Nel mio percorso ho lavorato con Shopify Plus, Salesforce Commerce Cloud, WooCommerce e Adobe Commerce, seguendo progetti molto diversi tra loro per industry, budget e complessità operativa.
Quello che ho imparato è che:
-
Ogni piattaforma ha un proprio mindset: alcune si prestano a team lean e agili, altre richiedono governance IT solida e sviluppo continuo.
-
Le integrazioni sono spesso il vero nodo da sciogliere: se trascurate, bloccano la crescita molto più delle funzionalità mancanti.
-
Un progetto eCommerce è prima di tutto un progetto di change management: strumenti e processi devono evolvere insieme, altrimenti la tecnologia diventa solo un costo.
Meglio scegliere una piattaforma solida che abiliti evoluzioni future, piuttosto che ritrovarsi intrappolati in una struttura troppo rigida o complessa da manutenere. La tecnologia deve servire il business, non dettarne i limiti.